La firma

Posted on 01/01/2022 in amarcord

Dopo trent'anni, non è ragionevole che qualcuno ancora nutra sufficiente rancore per venirmi a cercare e corcarmi di mazzate: quindi...

...quindi, era la conclusione del corso di Elettrotecnica a Ingegneria, tenuto dal prof. A. Liberatore (che nel mio ricordo è identico a Vincenzo de Luca, non che c'entri nulla). Il prof. Liberatore aveva taaante ubbìe, e questa in particolare era che ci teneva tantissimo alla frequenza a lezione. Credo ci abbia ripetuto almeno dieci volte che se non frequentavamo non ci avrebbe dato la firma di frequenza, e quindi niente esame.

Sicché avevo frequentato con zelo di secchione ogni singola lezione, anche con un certo qual significativo disagio.

Venuto dunque il giorno della firma, mi metto religiosamente in coda e ricevo l'agognato scarabocchio sul libretto.

Mentre me ne vado via, fuori dall'aula, incrocio due tizi che vagamente avevo presenti di vista, che si rimirano a vicenda i libretti, e uno dei due dice all'altro, nel mio raggio uditivo, circa, "Visto? Te lo avevo detto, cosa vuoi si ricordi lui se uno è venuto o non è venuto!".

In un tempo inferiore al periodo critico mi si materializza in testa l'idea che questi due bei tomi NON hanno frequentato, NON hanno disagiato i miei disagi, E PURE ora si godono la ricompensa della firma.

Il periodo critico (circa 0.68 secondi) è il tempo che impiegano i miei centri cognitivi superiori per avviare il motore; qualsiasi evento che si concluda in meno di così rischia di essere affrontato da qualche gruppo casuale di neuroni, che normalmente si occupa magari del controllo degli sfinteri o di qualche reazione territoriale brutta. E' per questo che presentarmi le cose di botto non è mai una buona idea: se va bene, rimango immobile e innocuo in attesa che termini il reboot; ma ogni tanto va male.

L'espressione del prof. Sassaroli Quella volta andò male; e dopo aver scacciato dagli occhi il tipico luccichio maligno dello spirito del prof. Alfeo Sassaroli, mi avvicino ai due disgraziati con aria afflitta e chiedo sommessamente se posso vedere i loro libretti.

Perché, mi chiedono insospettiti.

Vedete - singhiozzo loro con aria sincera - il fatto è che io dopo le prime lezioni il Liberatore non l'ho seguito più; e oggi mi sono messo in coda e m'ha messo la firma. Ma mi hanno detto - sob! - che il Liberatore è una carogna che, se si accorge che non hai frequentato e pure hai il coraggio di venire a chiedergli la firma, la firma te la mette, sì, ma con lo svolazzo verso l'alto; e il giorno dell'esame, forse Dio avrà un po' di pietà di te, ma lui non ne avrà alcuna. Ecco, vedete - mostro la firma sul mio libretto - i miei amici che hanno frequentato hanno tutti lo svolazzo in basso. Io ce l'ho in alto.

I due guardarono le loro firme: e siccome ovviamente il prof. Liberatore firmava sempre allo stesso modo, anche loro avevano lo svolazzo verso l'alto. "Ma voi avete frequentato!" dico con aria fintamente speranzosa, "allora forse..."; "No", mi fanno, impallidendo "neanche noi abbiamo frequentato".

Li lasciai che controllavano freneticamente le firme dei loro amici, altrettanto marpioni di loro e perciò anch'essi, come c'era da aspettarsi, con lo svolazzo verso l'alto.

Tornai a casa con l'animo tranquillo di chi ha la coscienza pulita - infatti, io la mia non la uso mai - e dimenticai la cosa, salvo ogni tanto ripensare con soddisfazione al cagotto che dovevo aver causato ai due giovinastri.

Incidentalmente, sarebbero passati trent'anni, prima che provassi un analogo impulso di thanatos nei confronti di certi no-vax; ma passò un anno soltanto prima che scoprissi la legge di Merton (o "delle conseguenze non intenzionali"), passando per caso accanto all'aula dove il professor Liberatore stava concludendo il suo corso e osservando vari capannelli di ragazzi... intenti ad esaminare lo svolazzo finale della firma.

Mi fu detto poi che a un certo punto il prof. Liberatore avrebbe veramente preso a fare alcune firme con lo svolazzo in su e altre con lo svolazzo in giù. Non so se mi abbiano raccontato una balla, o se magari avesse sempre fatto lo svolazzo a caso e solo un Fato burlone avesse voluto che quel giorno avessimo (quasi) tutti lo svolazzo giusto... o se, venuto a conoscenza della leggenda urbana - magari qualcuno si era lamentato di aver ricevuto uno svolazzo immeritato? - gli fosse parsa una così buona idea, da volerla adottare davvero (sarebbe stato il tipo).

Ma almeno all'inizio posso testimoniare che fosse solo una leggenda urbana: ed io lo so perché c'ero.