Fontanelle 5G

Posted on 01/01/2022 in scènza

Un alieno proveniente dalla quinta dimensione, o da un pianeta così caldo da avere una biochimica del tutto differente, a prima vista probabilmente non capirebbe che uno tsunami, una fontanella pubblica e un cannone ad acqua usato per disperdere una folla sono tutte manifestazioni della stessa cosa - l'acqua. Acqua che per il nostro alieno magari è un gas bollente e corrosivo, perché sul suo pianeta l'acqua esiste solo in quella forma; e a dirgli che lo zampillo di una fontanella è "acqua", ci guarderebbe preoccupato domandandosi se non abbiamo per caso perso il senno o esagerato con il tafacco.

Fa male, l'acqua? I manifestanti reduci dall'incontro con il cannone ad acqua diranno di sì, e altrettanto direbbe, dimentico del grido dei gabbiani, un marinaio annegato.

Perché fa male? Secondo il marinaio, è un problema di quantità. Ce n'era troppa. Secondo i manifestanti, la quantità sarebbe stata sopportabile, ma gli è che viaggiava con troppa forza.

Una quantità giusta, senza troppa forza, è anzi utile.

Il discorso fatto con l'acqua è lo stesso con una quantità di altre cose.

E una di queste cose sono le famigerate "onde elettromagnetiche".

In parecchi magari si domandano cosa mai siano queste "onde elettromagnetiche", che fanno cose così diverse come bruciare un tumore, cuocere un pollo arrosto, tenere i contatti con le sonde in orbita intorno a Marte. E qualcuno magari non immagina che senza onde elettromagnetiche non potrebbe stare, perché la loro forma con cui siamo più familiari è quella della luce, che ci permette di vedere.

La luce è radiazione elettromagnetica. Dio disse, "Sia fatta la Luce!"; e la radiazione elettromagnetica fu.

Fa male, la luce?

Come per l'acqua, due fattori chiave sono l'energia e la quantità. L'energia della luce visibile la possiamo percepire facilmente, perché è quella cosa che chiamiamo "colore". Luce con poca energia è luce rossa. Aumentiamo un po' l'energia, e diventa gialla. Aumentiamo ancora, e diventa verde, blu, e infine violetta. Aumentando ancora l'energia, i nostri occhi non sono più capaci di vederla; siamo arrivati appena oltre il violetto, alla prima banda di radiazione "ultra-violetta": per gl amici, i raggi "UV-A". Aumentiamo l'energia, e i raggi UV-A che ci abbronzano diventano i raggi UV-B che ci ustionano; e poi i raggi UV-C, in grado di distruggere il DNA e usati per sterilizzare le mascherine. Siamo nel regno della "radiazione ionizzante", luce che ha abbastanza energia per spezzare i legami chimici e fare danni. Aumentando ancora l'energia si arriva ai raggi X morbidi, poi ai raggi X duri, e infine alla radiazione gamma, che è in grado di spezzare qualunque legame organico.

Tutto qua? No, c'è l'altra metà dello spettro: quella con "meno" energia della luce visibile. Non riusciamo a vedere neppure quella, ma per la ragione opposta. Diminuendo l'energia della luce rossa, si arriva alla radiazione infra-rossa. Che molti chiamano "raggi termici", e il motivo è che un corpo caldo emette radiazioni; il metallo incandescente emette luce bianca, quello appena surriscaldato brilla di luce rossa, e a temperature più basse - come quella del corpo umano - l'emissione è nella banda dell'infrarosso.

Non è vero che i raggi infrarossi "riscaldino", non in quanto tali; a questo punto dovrebbe essere chiaro che riscalderebbe molto di più la luce rossa o quella blu. E infatti nessuno riuscirà mai a scottarsi, o anche solo a sentire calduccio, con un telecomando a infrarossi. Quello che realmente scalda, in una stufetta a infrarossi, non è l'energia delle onde, bensì la loro quantità. Una quantità di energia che non possiamo far emettere come luce visibile, perché ci accecherebbe.

Per dare un'idea, una stanza può essere ben illuminata da una lampadina LED da 20 watt, che emette quei 20 watt quasi solo come luce visibile. 20 watt di luce bastano per illuminare tutta una stanza.

Una stufa a infrarossi raramente ha meno di 800 watt di potenza; quelle più grosse arrivano a 2400 watt, cioè centoventi volte la nostra lampadina. Con una simile potenza, è ovvio che ci si riesca a riscaldare.

Diminuendo ancora l'intensità dell'energia, si scende nell'infrarosso medio e poi nell'infrarosso remoto; e andando ancora più giù, si entra in una zona dello spettro chiamata "delle onde radio".

Qui, finalmente, ci sono le "onde elettromagnetiche" usate per le telecomunicazioni. E' solo una questione di nomenclatura: le cosiddette "onde terahertz", con tanto di suffisso greco "tera" che vuol dire "mostruoso" (mentre per i romani voleva dire "suolo"), potremmo anche chiamarle "infrarosso debolissimo".

Siamo in una zona dove l'energia intrinseca della radiazione, una roba astrusa dove c'entra la costante di Planck e che in fin dei conti equivale un po' alla velocità del getto d'acqua (anche se non è una velocità: la radiazione elettromagnetica si muove sempre alla velocità della luce), è troppo bassa per influenzare i legami chimici. Non ci riesce quasi la luce rossa (è per questo che i fotografi la preferiscono, nei loro camerini di sviluppo); di fatto, non ci riesce quella infrarossa; qui, siamo ancora sotto.

E se scendiamo di un altro fattore mille, arriviamo alla banda delle "micro-onde".

E qui uno dirà: ma con le microonde ci scaldiamo il caffelatte! Ci si può ustionare con quella roba là! Verissimo: perché usiamo potenze ragguardevoli, e sparandole da molto vicino. Se invece del forno a microonde usassimo un fornello a gas, noteremmo che già stando a un paio di metri dal fornello è difficilissimo non solo bruciarsi, ma anche sentire al tatto se è acceso o spento. Perché con le microonde dovrebbe essere diverso? E infatti non è diverso.

800 watt sparati dentro una cassetta di metallo che trattiene al proprio interno tutte le microonde, concentrandole sul caffelatte, fanno sì che il caffelatte si scaldi e possa anche bollire, anche se non sono sufficienti a modificarne la struttura chimica (se usassimo un forno a ultravioletti, il discorso sarebbe ben diverso; ed è il motivo per cui nessuno sano di mente costruisce forni a ultravioletti, o non per il cibo, almeno).

Ma avendo ricevitori abbastanza sensibili, non ci serve di usare decine o centinaia di watt di costosa energia per comunicare. Un access point WiFi, per esempio, sviluppa una portata di trecento metri in aria libera con una potenza irradiata di appena un watt.

Ed ecco che finalmente il nostro alieno può cominciare a capire perché i terrestri non hanno paura delle fontanelle, e perché gli ingegneri non temono il 5G. L'energia intrinseca è troppo grandiosamente bassa per fare danni, e la quantità emessa è troppo ridicolmente piccola per essere anche solo rilevabile senza strumenti appositi.

Naturalmente, il nostro alieno potrebbe non essere così facilmente convinto. "Nelle vostre città" potrebbe dire "ci sono decine, centinaia di fontanelle. Che si sommano alle fontane nelle piazze, ai rubinetti nelle case, al fondo naturale che voi chiamate 'pioggia'. Come fate ad essere sicuri che una persona... magari un bambino piccolo, più sensibile... passando vicino a una fontanella, non affoghi?".

Si tratta di verificare che le varie antenne non emettano troppa acqua. Ma la cosa è facilitata da due elementi: prima di tutto, perché una fontanella emetta una quantità di onde sufficienti ad affogare anche solo un bambino, dovrebbe essere progettata apposta. Altrimenti i tubi che la alimentano non sono sufficientemente larghi, e nel tentativo, non è da escludere che lo sforzo la faccia esplodere.

Poi, una emissione del genere sarebbe costosissima e la società che ha in gestione l'acquedotto, per tutelare i propri guadagni, al contrario cercherebbe di limitare le emissioni il più possibile. Ecco perché di solito le fontanelle sono spente e dovete premere un pulsante o tirare una leva per farle funzionare per pochi secondi: perché l'acqua, come l'energia elettromagnetica, costa.

Certo, una concomitanza di circostanze sfortunatissime ci può stare. Se uno impermeabilizza la casa, mura porte e e finestre e apre i rubinetti, nel giro di qualche giorno riesce anche ad affogare. Però è un po' come dire che, siccome un'auto in mano a un ubriaco senza patente può sterminare intere famiglie, allora bisogna vietare le auto, vivere in comuni deautomobilizzati, mettere al bando pneumatici e marmitte.

E così quelli che acquistano i talismani anti-5G (che poi non funzionano, ma lasciamo stare) forse possono cominciare a capire perché vengono presi in giro: è quello che capiterebbe loro se si avvicinassero a una fontanella, "per prudenza", indossando braccioli e salvagente.

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