Onestuomini

Posted on 15/09/2022 in amarcord

Storia freschissima (oggi, nientemeno).

Ma per fare apprezzare, come l'ho apprezzata io, la realizzazione finale, la devo prendere un pochino larga.

Ieri, sabato, ho fatto un salto in Puglia per fare un lavoretto (c'era da rifare due saldature a stagno). Perciò ho preso il treno, mi sono portato dietro tutta la strumentazione: saldatore, punte, pinze, multimetro, microscopio, illuminatore laser, computer ecc., e siccome l'andata durava sei ore un po' di vettovaglie - poche briciole, lo stretto indispensabile; nonché il caricabatteria per il tablet con il suo prezioso carico di ebook.

La città, nonostante vi sia chi non è di questa opinione (probabilmente perché magari ci vive), mi è piaciuta abbastanza. Naturalmente ho qualche critica: a parte il caldo, l'abbigliamento di certe pulzelle che - da boomer bacchettone e moralista quale devo essere diventato - ho trovato un po' sopra le righe, e uno stile di guida un tantino spericolato, il Comune a quanto pare differenzia soltanto il vetro.

Ne consegue che vari ammennicoli e scarti di plastica, carta ecc. ecc., ho deciso di riportarmeli a Firenze per smaltirli dove, dopotutto, pago la TARI e sono nel mio. Avevo il contenitore del fiero pasto dell'andata, con chiusura sigillata (era un vecchio contenitore di Christmas Pudding, ce n'ho un paio di dozzine), e ho usato quello, adoperando la tecnica Banach-Tarski per farci stare tutto ciò che doveva starci.

Però ho fatto quel che mi riproponevo di fare; a parte scoprire di avere difficoltà a contare i pin (ma già lo sapevo), le saldature sono venute bene, ciò che deve funzionare PER ORA funziona, ho avuto una discussione con un dispositivo hardware di "sicurezza", avendola vinta... poi mi hanno detto che esiste un gadget la cui esistenza non sospettavo, l'utilizzo del quale non immaginavo, e che a questo punto sono indeciso se acquistare o fabbricarmi da zero (visto che i pezzi ce li ho e la teoria sembra semplice)... mangiato bene, dormito bene...

Insomma, una bazza; direi dieci su dieci, easy.

Ci voleva, il colpo di coda del destino cinico e baro.

Oggi mi sono rimesso in marcia per tornare alla magione, e durante il lungo viaggio sul FrecciaRossa per Bologna, ho abbandonato il mio sedile (che per l'appunto era l'1-D, in solitario splendore in fondo al vagone) per un lungo pellegrinaggio di vagone in vagone, durante il quale ho riflettuto che, oh, è davvero straordinario quanto cachino i passeggeri di un treno.

Tornato al mio posto, dapprima non l'ho nemmeno riconosciuto, perché il caricabatterie che avevo lasciato nella presa accanto al sedile ed il sacchetto del bagaglio a mano appeso di fronte erano entrambi scomparsi senza lasciare traccia. Ora: vorrei rassicurare che il mio dolore e il mio disappunto non sono dovuti, neanche in minima parte, a un cazzabubbolo di caricabatteria da due euro di cui possiedo ennemila altre copie.

No: è che, in quel momento, mi sono reso conto ("Vèn, che m'uccide, uno sottil pensèro", come diceva un altro rosicone) che non sarei potuto essere presente, quando il pezzente infingardo farabutto morto di fame che evidentemente è passato dalla carrozza 5, posto 1-D, e si è servito con mano lesta, aprirà il pesante e sigillato contenitore, unico contenuto della borsa a parte un fazzoletto Scottex, e verrà assalito - tra l'altro - dall'ira funesta d'una mezza confezione di cinghiale in umido della COOP abbondantemente maturata da due giorni di afoso caldo pugliese.