Fermezza ed educazione

Posted on 08/07/2022 in amarcord

In ufficio in via dei Benci, non ricordo perché ma m'era venuto a trovare Marione. Ora di pranzo, siamo a chiacchierare lui ed io.

In ufficio c'erano due linee con due numeri abbastanza vicini tra loro, ed era un classico che i telemarketer d'accatto chiamassero prima uno e poi l'altro, anche perché sull'elenco erano indicate due ditte diverse.

Suonano sulla linea 1, rispondo. Telemarketing.

"No, non mi interessa risparmiare sulla bolletta del telefono... no, e io neanche sono il titolare... no, non ci interessa, scusi, non chiamate più, grazie. HO DETTO NO, CRIBBIO!"

Riattacco esasperato.

Marione crolla il capo. "Leo, tu sbagli candeggio. Devi essere educato, ma fermo."

Ora, sentire Marione (così detto per una certa somiglianza con André The Giant) dire una roba del genere era... tanta roba. Anche se all'epoca già avevo scoperto che in realtà Marione non era l'anello mancante fra H. Sapiens Neandertalensis e il gorilla, come si sarebbe detto guardandolo, rimanevo ancora stupefatto quando scoprivo cose tipo il suo amore per Pirandello, che avesse fatto il liceo classico, o il fatto che seguisse un corso d'acquerello.

Detto questo, il suo cuore d'oro di delicato intellettuale bohémien era nascosto da una scorza di vari metri di cafone che Fontamara scansati proprio.

E in quella, squilla la linea 2.

"Guarda, Marione: questa è la stessa tizia di prima, garantito al limone. Hic Rhodus, hic salta: fammi vedere la, cos'era? La gentile fermezza?"

Marione prende il telefono, legge il post-it attaccato ("Rispondere: 'Pronto, XXX...'") ed enuncia, 'Pronto, XXX, desidera?' con voce flautata.

Faccio a tempo a riconoscere il tono petulante della stessa tizia di prima, quando Marione assume un'espressione quasi sofferente, e subito dopo BBRRAAAAAPPP rilascia nella cornetta un rutto terrificante, apocalittico, probabilmente registrato dai sismografi della vicina Arcetri. L'ufficio, in un palazzo rinascimentale, aveva pareti di pietra spesse mezzo metro: io mi ricordo di aver pensato "Oddio, cosa diranno adesso i nostri vicini?".

Dall'altro capo della cornetta, un silenzio di tomba.

Marione riattacca delicatamente e mi guarda con la miglior espressione del comandante Spock.

"Visto? Educata fermezza."

Devo dire che effettivamente, e a differenza della linea 1, sulla linea 2 almeno quella tizia lì non chiamò mai più.

"Educata fermezza", da allora, nel mio giro di malfattori, è - come "chiedere con insistenza" o "suo buon amico"1 - quello che gli inglesi chiamano false friend.



  1. trad. rispettivamente "rovinare di cazzotti nel viso" e "uno che se lo vede per la strada sputa in terra e gli chiede con insistenza (v.) di cambiare marciapiede": due dei fin troppo numerosi tormentoni scaturiti dalla fin troppo ricca serie di storie del "mago di Pergine". La maggior parte di questi tormentoni non hanno neanche senso in italiano (uno dei miei preferiti è "prospicere meleti").